Recensione | "Le diecimila porte di January" di Alix E. Harrow

Buongiorno lettori! In questo venerdì uggioso, almeno dove abito io, vi parlo di Le diecimila porte di January di Alix E. Harrow. Ringrazio Ilenia per aver organizzato l'evento e la casa editrice per la copia arc. 


Le diecimila porte di January
di Alix E. Harrow
Mondadori
€ 9,99 (ebook) € 20,00 (cartaceo)
Amazon | Goodreads
Uscito il 13 ottobre 2020
Estate 1901. Un'antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto. Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti "di un valore singolare e unico", e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura... Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d'argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma. Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: "Le diecim por". Un libro che ha l'aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei...

 

Le diecimila porte di January si apre con la protagonista che è solo una bambina di sette anni. January è orfana di madre e suo padre è sempre lontano per lavoro quindi la ragazza vive assieme al Signor Locke, il suo tutore legale. La sua infanzia a Villa Locke sarà interessante, circondata di tesori con cui poter giocare di nascosto o da cui intessere storie di avventura, ma crescendo January vedrà la dimora più come una gabbia. Crescendo scoprirà che ci sono regole e costrizioni che la società le impone in quanto donna, e da cui lei vorrebbe fuggire il più lontano possibile. 

Alla storia principale, si alternerà quella di Addie Carson, una giovane ragazza di fine '800 in grado di poter vedere le Porte. Addie tuttavia non è solo una ragazza con la medesima capacità di January, ma è anche la protagonista di un libro, Le Diecimila Porte, che January trova per puro caso. La seconda storia racconta come Addie trova una Porta vicino casa, un passaggio su un mondo tutto bianco e ricco di parole, e del suo incontro con un ragazzo che proviene da lì. L'inizio dell'amicizia fra i due ragazzi, che non si sarebbero mai dovuti nemmeno incontrare, darà il via a risvolti inattesi. 


Se trattiamo le storie come siti archeologici e rimuoviamo con grande cura la polvere dai vari strati che le rivestono, scopriamo che a un certo livello c'è sempre una porta. Un punto che separa il qui e il lì, noi e loro, l'ordinario e il magico. Ed è proprio nei momenti in cui le porte si aprono e in cui le cose fluiscono tra i mondi che nascono le storie.


A differenza di molti, quando io ho letto per la prima volta la trama di Le diecimila porte di January non sono rimasta stregata fin da subito. Ho trovato le premesse molto intriganti e la copertina pura meraviglia, ma avevo comunque delle ritrosie verso questa storia. Avevo il piccolo tarlo in mente che questo libro non mi sarebbe piaciuto, che a leggerlo avrei solo perso del tempo prezioso che potevo dedicare ad altro. Alla fine, però, la mia curiosità su January e le Porte ha avuto la meglio, e perciò eccomi qui. Non tessero le lodi di questo romanzo dicendovi che è il libro più bello del mondo, ma sappiate che mi è piaciuto un sacco e che ve lo consiglio senza ripensamenti. Le diecimila porte di January è un romanzo dal forte realismo magico che mi ha conquistata.

Ciò che ho apprezzato di più di questo romanzo - che vi ricordo è auto conclusivo - è la sua struttura. La Harrow ha creato un libro dentro ad un libro, una storia nella storia. Il suo universo è formato da tanti mondi, in cui si può accedere solo tramite delle Porte che solo alcune persone sono in grado di vedere. Porte diverse per mondi diversi. Porte che permettono di evadere un po' dalla propria realtà, se ce ne è il bisogno, per andare ad esplorare qualcosa di nuovo, qualcosa che possa dare di più. Ma purtroppo, come per tutte le cose belle, c'è qualcuno che vuole distruggerle. Qualcuno intenzionato a chiudere per sempre il passaggio fra i mondi.  


Un altro aspetto molto apprezzato è quello dei personaggiJanuary è una protagonista che mi è piaciuta davvero tanto, fin da bambina. È una ragazza sveglia, intelligente, gentile e tanto curiosa. Lei vorrebbe poter viaggiare per vedere tutto ciò che il padre le ha raccontato nelle sue storie. Ma per il momento, non potendolo fare, si rifugia nei romanzi che ama tanto leggere.  I libri la aiutano un po' a superare la solitudine da cui è afflitta, essendo l'unica bambina in una grande casa. 

Fra i personaggi secondari invece mi sono piaciuti Samuel, l'unico amico che January abbia mai avuto, e Jane, una donna mandata a Villa Locke dal padre di January con l’obiettivo di proteggerla da non si sa che pericoli.


Un terzo aspetto tanto apprezzato è il modo in cui l'autrice affronta la tematica del razzismo. Il romanzo è ambientato negli Stati Uniti d'America, nel periodo a cavallo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, quando il progresso inizia ad affacciarsi sul Nuovo Mondo e alcune situazioni iniziano a cambiare. L'autrice parla tanto delle divisioni sociali e di come le persone non bianche fossero mal viste all'epoca. Mi è piaciuto che ha la Harrow abbia deciso di raccontare questa parte della storia come realmente è accaduta, senza appellarsi a chissà quale espediente letterario. 


In tutto questo splendore ci sono degli elementi di disappunto: la prevedibilità della trama ed un finale troppo frettoloso. Se al primo posso passare sopra perché, nonostante si sappia già dall'inizio dove l'autrice vuole andare a parare, la storia non perde alcun tipo di fascino, al secondo no perché ha un po' rovinato il tutto. Che gran peccato


Detto ciò, concludo consigliando Le diecimila porte di January a coloro che apprezzano i romanzi un po' onirici, fantastici e tanto magici. 



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Cosa ne pensate della mia recensione? Siete andati in libreria ad acquistare questo romanzo e ora aspetta sul vostro comodino di essere letto?
Fatemi sapere, 
Leen

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