Ciao lettori e buon venerdì! Dopo alcuni mesi di assenza, oggi torna un nuovo appuntamento con la rubrica dedicata agli anime e ai manga. Ho notato che sono post che vi interessano molto, visto che a seguirli siete in tantissimi, e ciò mi rende enormemente felice!
In onore di San Valentino, la festa degli innamorati e dell'amore in generale, Samantha ed io abbiamo deciso di analizzare due anime che hanno come tema portante proprio l'amore e, per la prima volta in assoluto ma certamente non l'ultima, parleremo di trasposizioni differenti.
In onore di San Valentino, la festa degli innamorati e dell'amore in generale, Samantha ed io abbiamo deciso di analizzare due anime che hanno come tema portante proprio l'amore e, per la prima volta in assoluto ma certamente non l'ultima, parleremo di trasposizioni differenti.
AniManga — Otaku Girls:
妄想少女オタク系
F e e l i n g R e a d i n g f e a t S u n f l a k e s
Genere: Fantasy, Drammatico, Romance | Regia: Makoto Shinkai | Studio: Nexo Digital | Piattaforma: Netflix | Data di uscita: 2016 | Doppiaggio italiano |
Mitsuha è una studentessa che vive in una piccola città rurale e desidera trasferirsi a Tokyo, nella grande metropoli dove ogni sogno si può realizzare. Taki è uno studente di liceo che vive proprio a Tokyo, ha un lavoro part-time in un ristorante italiano, ma vorrebbe lavorare nel campo dell'arte o dell’architettura. Una notte, Mitsuha sogna di essere un giovane uomo, si ritrova in una stanza che non conosce, ha nuovi amici e lo skyline di Tokyo si apre dinnanzi al suo sguardo. Nello stesso momento Taki sogna di essere una ragazzina che vive in una piccola città di montagna che non ha mai visitato. Ma quale sarà il segreto che si cela dietro questi strani sogni incrociati?
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Your Name. - puntino finale che è tanto vitale nel titolo quando nell'intera storia - è un film d'animazione del 2016 che ha riscosso un successo spaventoso in Giappone - tanto che nemmeno il suo stesso creatore se lo aspettava - ed è arrivato fino a noi un anno dopo. Per lungo tempo, ho sentito solo giudizi positivi su questo anime eppure non mi sono mai voluta buttare finché non è approdato su Netflix e ho deciso che una possibilità potevo dargliela. E non me ne sono assolutamente pentita.
Il motivo principale che mi aveva inizialmente fatta tirare dritto è la premessa su cui l’intera storia si basa: lo scambio di corpi. Uno stratagemma che non è assolutamente originale e che, anzi, è stato ampiamente utilizzato sia nel panorama cinematografico sia in letteratura. L’opera di Shinkai, tuttavia, si differenzia da tutte le storie già viste su questo argomento per l’idea di base, la ragione che sta dietro allo scambio di corpo. Un colpo di scena, questo, che sinceramente non avevo visto arrivare, anche se col sennò di poi mi chiedo come ho potuto non vederlo, e che mi ha sinceramente fatto temere per le sorti dei personaggi. Tuttavia, pur avendo apprezzato infinitamente il cambio improvviso delle carte sul tavolo da gioco, il plot twist mi ha fatto nascere due grandi interrogativi che sono poi diventate le uniche pecche di questo anime.
Ma andiamo con ordine.
Mitsuha Miyamizu e Taki Tachibana sono due adolescenti che conducono due vite diametralmente opposte, che non potrebbero mai trovare un punto di incontro. Mitsuha è una studentessa delle superiori che vive in una zona rurale ai piedi della montagna Itomori, assieme alla sorella minore e all’anziana nonna. Insofferente alla sua vita, si sente imprigionata in una cittadina che continua ad essere legata alle vecchie tradizioni e non dispone nemmeno di una caffetteria. Il fatto che abiti in un tempio shintoista, che sua nonna sia una sacerdotessa e che la sua famiglia sia legata a portare avanti le tradizioni in nome del dio Musubi, non la aiutano di certo. La sua vita le sta sempre più stretta, la sua famiglia non la capisce e i suoi compagni di scuola non fanno altre che prenderla in giro. L’unica cosa che Mitsuha vorrebbe fare è fuggire a Tokyo, a vivere la vita che desidera davvero, ma il senso del dovere e il bene che vuole alla sua famiglia continuano a tenerla legata a Itomori.
Dall’altra parte c’è invece Taki, uno studente liceale che vive nella grande metropoli assieme al padre. La sua vita sempre molto impegnata, è divisa fra la scuola, il lavoro part-time come cameriere presso un ristorante, le uscite con gli amici e la sua passione per l’arte e l’architettura. Dal carattere molto gentile e calmo, Taki si arrabbia spesso quando vede qualcuno in difficoltà e ciò fa emergere il suo carattere un po’ irascibile. Questo suo atteggiamento lo rende agli occhi di chi lo circonda, in particolare del padre, come ‘una testa calda’; lui in realtà è solo una persona molto sensibile ed empatica, ma questo lato della sua personalità non è visto da nessuno e lo fa sentire abbastanza incompreso.
La prima notte in cui Mitsuha e Taki si scambiano il corpo, nessuno dei due rammenta niente di ciò che è successo, ma al loro risveglio si rendono conto che i loro parenti e amici li guardano in maniera differente e si chiedono il perché del loro strano comportamento del giorno prima. Ciò che inizialmente era sembrato come un caso isolato, inizia a ripetersi con più frequenza nelle settimane successive e, se le prime volte i due ragazzi credevano che tutto fosse frutto della loro fervida immaginazione, devono ricredersi quando Mitsuha trova sul suo quaderno la scritta ‘Chi sei?’ e inizia a comprendere, non senza un po’ di sbigottimento, che tutto ciò che ha vissuto è reale. Che Taki esiste davvero e che ha vissuto per tutto quel tempo la vita di un altro. Mitsuha, allora, decide di lasciare sul suo quaderno un messaggio al ragazzo e insieme stilano alcune fondamentali regole: sono obbligati a scrivere tutto ciò che succede loro durante la giornata e non interferire troppo l’uno nella routine dell’altro. E così, Mistuha finalmente inizia a vivere l’esistenza che ha sempre sognato nel corpo di un ragazzo adolescente di Tokyo e, la sua continua felicità e riconoscenza e il carattere sempre aperto e gentile, cambiano di molto la vita a Taki, sia sul lavoro che a casa. D’altra parte, anche Taki, con il suo carattere più spigliato e meno incline al farsi mettere i piedi in testa dagli altri, diventa molto più popolare fra i compagni di scuola della ragazza. La strana situazione che stanno vivendo continua ad andare avanti per qualche tempo e i due ragazzi, consci che oramai hanno imparato a conoscersi e sanno i desideri l’uno dell’altro, decidono di immergersi totalmente nel loro ruolo e di intervenire nella vita dell’altro. Taki trascorre i momenti legati alla tradizione shintoista assieme alla nonna e alla sorella di Mistuha, compiendo il rituale del Kuchikamizake - una specie di sake a base di riso e saliva umana, che viene prodotto dalle sacerdotesse e lasciato in offerta al santuario di Miyamizu - e parallelamente Mistuha ottiene un appuntamento con Miki Okudera, la bellissima e irraggiungibile capo cameriera per cui Tachibana aveva una copia all’inizio della storia. Contro ogni logica, perché non conosce nemmeno il suo nome, Taki si scopre essere innamorato di Mistuha.
Il giorno dopo Taki si risveglia nel suo corpo in lacrime, senza capire bene cosa sia successo, e successivamente al suo appuntamento con Miki, capisce che non riesce più a tornare nel corpo di Mistuha. Quando ogni tentativo di comunicare con la ragazza viene meno, Taki si arma di coraggio e determinazione e parte alla ricerca del paesino di Itomori per raggiungere la sua amica e finalmente conoscerla (perché non ci hanno pensato prima, a cercarsi, io proprio non lo so). Armato di un solo disegno di un lago e con due suoi amici che gli fanno da compagni e spalla, Taki Tachibana si scontrerà con una verità scioccante che lo lascerà sconvolto.
“Sono sempre stato alla ricerca di qualcosa. Questa sensazione si è impadronita di me col tempo, non saprei dire se sto cercando una persona o un posto o se sto cercando un lavoro. Mi sento sempre come se stessi cercando qualcosa.. qualcuno.
Sono sempre alla ricerca di qualcuno!”
Dunque, lettori, dirvi qualcosa di più su questo film d'animazione senza entrare però nel dettaglio perché si può incappare in uno spoiler non voluto, è davvero un compito arduo però sono sicura che ci riuscirò.
Come vi spiegavo più su, ci ho impiegato quasi un anno a decidermi a vedere questo prodotto e mi sono davvero pentita di non averlo fatto prima perché è un piccolo gioiellino ed io avevo gli occhi a cuoricino alla fine di tutto.
A parte il non comprendere come Taki non sia potuto arrivare prima alla verità, poiché l'ha avuta per buona parte della storia davanti agli occhi, che me lo ha fatto solo ritenere un idiota un certo periodo di tempo, e sempre riguardo a Taki non capire perché lui può ricordare un sacco di cose, quando è palese che l'oblio sia uno dei punti principali dell'opera, tanto da riuscire a disegnare Itomori a memoria, ma non ricorda un dannato nome che avrà sentito mille volte e altri dettagli importanti riconducibili al punto 1, che proprio non mi sono piaciuti, il resto l'ho adorato. Certo, poteva essere sicuramente un prodotto migliore e queste due mie perplessità mi hanno fatto abbassare di poco la votazione finale (che comunque si becca cinque stelline) però il punto focale dell'intera storia era un altro e
l'autore è riuscito a conquistarmi totalmente. I motivi per cui questo anime mi è piaciuto sono fra i più svariati, alcuni riguardano i due ragazzi e altri alcuni aspetti della storia.
I due protagonisti mi sono piaciuti sia presi singolarmente nelle loro vite, sia quando erano l'uno nel corpo dell'altra e come, una volta scoperto cosa stava succedendo, abbiano deciso di aiutarsi. Ho trovato anche molto realistica la reazione di fronte alla prospettiva improbabile del cambio di corpo, così come ho apprezzato enormemente che non si sia caduti in certi meccanismi imbarazzanti e che dovrebbero essere stati ampiamente superati. Certo, la curiosità del vedere il corpo dell'altro durante il primo salto è normale, ma poi anche basta.
L'altra cosa che ho apprezzato molto è come la tradizione, in particolare quella legata al culto shintoista della famiglia Miyamizu, sia uno dei punti focali dell'intera storia, che si comprende appieno solo una volta arrivata alla sua conclusione. Anche i parallelismi fra vecchio e nuovo, fra passato e futuro, usanze e modernità, mi è piaciuto molto, soprattutto il vedere come i due ragazzi vivono il tutto in maniera sia differente sia adattandosi totalmente.
A questo proposito, un particolare da non dimenticare è il codino rosso che la ragazza porta e che è anche l'unico modo per riconoscere quando c'è Mistuha nel corpo di Taki. Un espediente narrativo, questo, che è anche una delle chiavi di lettura dell'intera storia.
Ciò che però mi è piaciuto più di tutto il resto, o quasi, e che io ho scoperto solo arrivata alla fine, riguarda la ragione dietro al titolo scelto. Infatti, Your Name., in giapponese 'Kimi no na wa' significa letteralmente 'Il tuo nome' e, lasciatemelo dire questo, è veramente geniale.
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Cosa ne pensate della mia opinione? Avete visto l'anime e siete d'accordo con me oppure il vostro pensiero è differente? Mi raccomando, non dimenticatevi di passare da Samantha (qui) che vi ricordo vi parlerà di un anime differente dal mio!
A presto,
Leen
Ne ho già sentito parlare, ma non l'ho mai visto. Adesso però sono ancora più curiosa di vederlo :)
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