Volevo solo tenerti vicino di Nyrae Dawn è un auto-conclusivo di genere romantico, nonché primo volume di una trilogia. Devo dire che, vista la trama, avevo delle aspettative nei confronti di questo romanzo. Aspettative che, purtroppo, una ad una sono state deluse tutte. E ringrazio che il libro me l'abbia passato un'amica altrimenti avrei speso dei soldi - e non pochi - per qualcosa che neanche mi è piaciuto. Insomma, la trama mi ha ingannata. E cose del genere mi fanno parecchio arrabbiare.
Ogni volta che devo recensire un libro che al web è piaciuto mi sento un pesce fuori d'acqua, ma l'essere una blogger è anche questo.
Ogni volta che devo recensire un libro che al web è piaciuto mi sento un pesce fuori d'acqua, ma l'essere una blogger è anche questo.
Volevo solo tenerti vicino (Game Series, #1)
di Nyrae Dawn
Fabbri Editori
€ 6,99 (ebook) € 15,90 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook) € 15,90 (cartaceo)
Uscito il 1° ottobre 2015
Inizio questa recensione col dare un punto a favore alla Dawn che merita di avere un proprio riconoscimento: la storia di base è buona. Non è un'idea originale, ma non è nemmeno malvagia. Il problema di questo libro, secondo me, è il come l'autrice ha sviluppato il tutto.
La storia è raccontata dai punti di vista di entrambi i protagonisti e questa è una cosa che mi piace molto, poiché ti permette di entrare nella testa di entrambi, di vivere i loro pensieri come se fossero i tuoi, di entrare nel loro io più profondo. Ecco, io non ce l'ho fatta. Non sono riuscita ad immedesimarmi in Cheyenne nemmeno una volta mentre per Colton sì, ma solo ed unicamente perché ho vissuto in prima persona il tutto. Altrimenti, non mi sarei immedesimata nemmeno in lui. Invece, data la tragedia che gli è capitata sono riuscita ad essere in sintonia con quella parte del suo essere e ha provare una forte empatia. Oltre che un pugno allo stomaco, un forte senso di nausea e tante altre bellissime emozioni terribili che non sto qui a descrivevi. Ma - perché un ma c'è sempre - alcune sue azioni e ragionamenti mi hanno fatto venire l'orticaria. Anche se tra i due è il personaggio migliore! La Dawn, tra l'altro, ha spiattellato nei primi capitoli tutto ciò che i due protagonisti nascondono e questa è una cosa che non mi è piaciuta affatto.
Cheyenne è una ragazza chiusa, che non si fida del genere umano, che non esterna alcuna emozione e che ha un passato mica male. Tutto questo dipende dalla madre e dal fatto che l'ha abbandonata quando era appena una bambina. I suoi zii si sono presi cura di lei e hanno cercato di trasmetterle tutto l'amore e l'affetto possibili, ma Cheyenne ha come eretto un muro tra lei e l'esterno cosicché niente potesse più farle del male. Quando scopre che Gregory, il suo fidanzato, la tradisce da tempo chiede a Colton - un ragazzo conosciuto da due minuti - di fingersi il suo nuovo pretendente per farlo ingelosire.
Colton da un punto di vista puramente emotivo è messo peggio della ragazza. Sua madre è malata e sta morendo, le cure sono troppo costose e lui non riesce a pagarle pur facendo un "lavoretto" che gli permette di intascare molto denaro in poco tempo. Pur essendo questo impiego molto poco legale non capisco perché abbiano etichettato Colt come un bad-boy. Diavolo, non lo è!
Ora voglio dare un altro punto a favore alla Dawn. Cheyenne e Colton si conoscono lentamente. La loro conoscenza racchiude l'arco di tutto il libro. A differenza di molti YA e NA i due non hanno il colpo di fulmine istantaneo, anzi all'inizio non si possono proprio sopportare. Cheyenne trova odioso Colton e lui, di rimando, pensa che lei sia una principessina viziata e quindi il loro apprezzarsi a vicenda è molto graduale.
Il personaggio migliore di tutto il libro, secondo me, è Bev. La madre di Colton mi ha fatto un'incredibile tenerezza, è una persona meravigliosa, simpatica, divertente, piena di vita sebbene sia in punto di morte. Poi ci sono i personaggi secondari: Gregory, l'ex-traditore, il classico figlio di papà che si atteggia a figo indiscusso; Adrian, il coinquilino/migliore amico di Colton, che se fosse stato caratterizzato meglio sarebbe stato un gran bel personaggio (il secondo libro ha come personaggio maschile proprio lui) e la compagna di stanza di Cheyenne di cui mi sono pure dimenticata il nome, per farvi capire quanto spessore ha all'interno della storia.
Lo stile della Dawn l'ho trovato un po' elementare. Poco descrittivo, semplice, con una forte mancanza di introspezione. Però per un libro senza troppe pretese funziona bene soprattutto data la scorrevolezza del libro che si legge in un baleno. Mi sono ritrovata dal nulla a pagina 60 e pensavo di essere ancora al secondo capitolo.
Volevo solo tenerti vicino è un libro che aveva un potenziale se l'autrice l'avesse sfruttato meglio. Non solo per la troppa velocità degli eventi, anche per la storia di della madre di Cheyenne e per una cosa che poteva benissimo evitare. Succede un dettaglio negli ultimi capitoli che è stato esagerato e ha reso il tutto esasperante. Poteva sfruttare meglio le ultime pagine, dando uno spessore maggiore alla storia dei due protagonisti oppure introducendo ciò che accadrà nel successivo libro.
In conclusione non mi sento di consigliarvi il libro eppure non posso nemmeno dirvi di non comprarlo. Se la trama vi ispira, se non state cercando la storia dell'anno, se volete un romanzo leggero e senza pretese, fa per voi.
Ma andateci con i piedi di piombo.
Per quanto si sforzi di apparire una ragazza spensierata come tutte le altre, Cheyenne non ha avuto una vita facile: non ha mai conosciuto suo padre, e un giorno anche la madre è sparita nel nulla. Mille domande senza risposta tormentano la sua esistenza e i fantasmi del passato, difficili da sconfiggere, sembrano accompagnarla in ogni decisione, ogni luogo, ogni pensiero. Quando scopre che Gregory, il suo fidanzato, l'ha tradita con una compagna di college, comincia l'ennesima sfida: ripartire da capo, all'università, senza di lui e senza i vecchi amici, le poche certezze che le erano rimaste. Ma forse esiste una via d'uscita dagli incubi che la tormentano. Il suo nome è Colton, uno studente del terzo anno con gli occhi azzurri luminosi e sinceri e una diffidenza innata nei confronti del mondo. Anche se in apparenza lui e Cheyenne sono poli opposti, in realtà hanno parecchie cose in comune: un passato difficile alle spalle e un futuro incerto di fronte. La loro storia comincia con una scommessa: lui accetta di recitare la parte del fidanzato per far ingelosire Gregory e lei, in cambio, gli offre del denaro per aiutare la madre malata. Il loro rapporto, però, diventa presto ben più di un gioco. Cheyenne comincia suo malgrado ad affidarsi a Colt, che dietro l'aspetto da bad boy nasconde un cuore gentile e premuroso, e lui le permette di entrare a far parte della sua vita e di scoprire il suo lato più nascosto...
Inizio questa recensione col dare un punto a favore alla Dawn che merita di avere un proprio riconoscimento: la storia di base è buona. Non è un'idea originale, ma non è nemmeno malvagia. Il problema di questo libro, secondo me, è il come l'autrice ha sviluppato il tutto.
La storia è raccontata dai punti di vista di entrambi i protagonisti e questa è una cosa che mi piace molto, poiché ti permette di entrare nella testa di entrambi, di vivere i loro pensieri come se fossero i tuoi, di entrare nel loro io più profondo. Ecco, io non ce l'ho fatta. Non sono riuscita ad immedesimarmi in Cheyenne nemmeno una volta mentre per Colton sì, ma solo ed unicamente perché ho vissuto in prima persona il tutto. Altrimenti, non mi sarei immedesimata nemmeno in lui. Invece, data la tragedia che gli è capitata sono riuscita ad essere in sintonia con quella parte del suo essere e ha provare una forte empatia. Oltre che un pugno allo stomaco, un forte senso di nausea e tante altre bellissime emozioni terribili che non sto qui a descrivevi. Ma - perché un ma c'è sempre - alcune sue azioni e ragionamenti mi hanno fatto venire l'orticaria. Anche se tra i due è il personaggio migliore! La Dawn, tra l'altro, ha spiattellato nei primi capitoli tutto ciò che i due protagonisti nascondono e questa è una cosa che non mi è piaciuta affatto.
Cheyenne è una ragazza chiusa, che non si fida del genere umano, che non esterna alcuna emozione e che ha un passato mica male. Tutto questo dipende dalla madre e dal fatto che l'ha abbandonata quando era appena una bambina. I suoi zii si sono presi cura di lei e hanno cercato di trasmetterle tutto l'amore e l'affetto possibili, ma Cheyenne ha come eretto un muro tra lei e l'esterno cosicché niente potesse più farle del male. Quando scopre che Gregory, il suo fidanzato, la tradisce da tempo chiede a Colton - un ragazzo conosciuto da due minuti - di fingersi il suo nuovo pretendente per farlo ingelosire.
Colton da un punto di vista puramente emotivo è messo peggio della ragazza. Sua madre è malata e sta morendo, le cure sono troppo costose e lui non riesce a pagarle pur facendo un "lavoretto" che gli permette di intascare molto denaro in poco tempo. Pur essendo questo impiego molto poco legale non capisco perché abbiano etichettato Colt come un bad-boy. Diavolo, non lo è!
Ora voglio dare un altro punto a favore alla Dawn. Cheyenne e Colton si conoscono lentamente. La loro conoscenza racchiude l'arco di tutto il libro. A differenza di molti YA e NA i due non hanno il colpo di fulmine istantaneo, anzi all'inizio non si possono proprio sopportare. Cheyenne trova odioso Colton e lui, di rimando, pensa che lei sia una principessina viziata e quindi il loro apprezzarsi a vicenda è molto graduale.
Il personaggio migliore di tutto il libro, secondo me, è Bev. La madre di Colton mi ha fatto un'incredibile tenerezza, è una persona meravigliosa, simpatica, divertente, piena di vita sebbene sia in punto di morte. Poi ci sono i personaggi secondari: Gregory, l'ex-traditore, il classico figlio di papà che si atteggia a figo indiscusso; Adrian, il coinquilino/migliore amico di Colton, che se fosse stato caratterizzato meglio sarebbe stato un gran bel personaggio (il secondo libro ha come personaggio maschile proprio lui) e la compagna di stanza di Cheyenne di cui mi sono pure dimenticata il nome, per farvi capire quanto spessore ha all'interno della storia.
Lo stile della Dawn l'ho trovato un po' elementare. Poco descrittivo, semplice, con una forte mancanza di introspezione. Però per un libro senza troppe pretese funziona bene soprattutto data la scorrevolezza del libro che si legge in un baleno. Mi sono ritrovata dal nulla a pagina 60 e pensavo di essere ancora al secondo capitolo.
Volevo solo tenerti vicino è un libro che aveva un potenziale se l'autrice l'avesse sfruttato meglio. Non solo per la troppa velocità degli eventi, anche per la storia di della madre di Cheyenne e per una cosa che poteva benissimo evitare. Succede un dettaglio negli ultimi capitoli che è stato esagerato e ha reso il tutto esasperante. Poteva sfruttare meglio le ultime pagine, dando uno spessore maggiore alla storia dei due protagonisti oppure introducendo ciò che accadrà nel successivo libro.
In conclusione non mi sento di consigliarvi il libro eppure non posso nemmeno dirvi di non comprarlo. Se la trama vi ispira, se non state cercando la storia dell'anno, se volete un romanzo leggero e senza pretese, fa per voi.
Ma andateci con i piedi di piombo.
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Se la pensate diversamente dalla sottoscritta non fatevi problemi a dirmelo, non ho ancora mangiato nessuno!
Alla prossima.
Alla prossima.
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