BlogTour | "La luce calda del tramonto" di Vanna Costanzo | Un delicato equilibrio


Ciao lettori! Dopo il cover reveal che si è tenuto ieri, oggi partecipo al blog tour indetto per l'uscita di La luce calda del tramonto di Vanna Costanzo. La prima tappa, un'intervista all'autrice per presentare se stessa e il suo romanzo, la trovate qui mentre per di qua trovate un estratto dal primo capitolo che Vanna ha messo a disposizione per i suoi lettori.


La luce calda del tramonto (Sogno americano, #1)
di Vanna Costanzo
Self-publishing
€ 3,99 (ebook) € 15,50 (cartaceo)
In uscita il 10 novembre 2019
È in tempi difficili che si compiono le più grandi follie d’amore.
Pasadena, 1945. A un mese dalla fine della guerra in Europa, per Cindy giunge l’inizio delle vacanze estive dopo il diploma, l’occasione perfetta per dedicarsi al dolce far niente. Tuttavia il destino sembra intenzionato ad avere programmi diversi. Nel frattempo, moti soldati fanno ritorno negli Stati Uniti per ricongiungersi con i propri cari: tra loro c’è anche il capitano Peter Jones.
Quando in un placido pomeriggio d’estate l’uomo piomba in casa sua, la giovane avverte sin da subito un’insofferenza nei suoi confronti, dettata dal timore che questi possa portarle via l’adorata sorella Alexandra.
Ma l’eroe che ha ammaliato tutta la famiglia Harris, è davvero quel che vuole far credere? E perché gli sguardi che le rivolge sono sempre così ambigui? Forse sarà proprio la scoperta dell’uomo oltre l’uniforme a far vacillare ogni pregiudizio di Cindy: quando dichiarerà guerra al capitano Jones, si ritroverà a fronteggiare una battaglia contro sensazioni sconosciute e mai provate, trascinata in un vortice di sentimenti proibiti e segreti inconfessabili.
Primo volume di una trilogia di formazione ambientata nei decenni più controversi del XX Secolo, quelli che hanno segnato la storia americana e con essa quella del mondo intero. Tra cadute, rinascite, affetti e guerre, l’esistenza di persone come tante costrette a vivere e ad amare in tempi straordinari.



Quando affermiamo che “non tutto il male vien per nuocere” forse non ci rendiamo conto davvero della potenza di questo modo di dire. 
Non c’è nulla che possa spiegare tale concetto meglio della Seconda Guerra Mondiale. Del resto, lo stesso “male” che devastò l’Europa per sei anni, divenne la forza vitale degli Stati Uniti.
Gli americani necessitavano di una soluzione estrema per la “Grande Depressione”, poiché neanche il New Deal di Roosevelt era riuscito a tappare quella gigantesca falla nell’economia nazionale; una rottura che non solo aveva causato l’impoverimento generale di tutte le classi sociali, ma per di più aveva portato con sé una deflazione a livello globale. 
Ma partiamo con ordine: gli Stati Uniti, alla fine della Grande Guerra, erano diventati i pilastri dell’economia mondiale, ma quando questo colosso cadde, ebbero gravi ripercussioni anche i Paesi industrializzati vincolati a esso da patti politici ed economici. Nell’Europa del tempo, nonostante alcune monarchie fossero ormai cadute e altre stessero affrontando le loro prime vere crisi coloniali, si insinuarono nuovi desideri di espansionismo a discapito delle Nazioni più deboli. L’esempio chiave è proprio la Germania, che si trovava in uno stato di profonda incertezza economica, a causa dei debiti contratti nel corso della Prima Guerra Mondiale.
Fu proprio grazie a queste particolari circostanze che si aprirono i primi spiragli per l’estremismo di destra e in particolare per il Partito Nazional-Socialista guidato da Adolf Hitler, che - approfittando del malcontento popolare dovuto alla disoccupazione e al crollo dei salari - sfruttò l’orgoglio ferito dei connazionali per instillare in loro un pericoloso sentimento di rivalsa.
Vi ricorda qualcosa? Ciò che vi sto raccontando non è poi così distante dal nostro presente, dico bene?
Tornando al grande Paese a stelle e strisce, non sarebbe un azzardo dire che la Seconda Guerra Mondiale sia stata scatenata dagli stessi Stati Uniti, anche se indirettamente. Grazie alla guerra, l’America riuscì a scrollarsi di dosso il mantello logoro della crisi finanziaria e della povertà: il tasso di disoccupazione in appena due anni dall’entrata in battaglia divenne quasi nullo, l’economia bellica aiutò a riportare denaro alle banche e persino sul piano sociale si ebbero notevoli cambiamenti positivi, primo fra tutti l’emancipazione della donna. 
Per mancanza di mano d’opera maschile impegnata sul fronte, sempre più donne vestirono i panni da lavoro di fratelli, mariti e padri per mandare avanti l’industria bellica e non solo. Fu proprio sulla scia della consapevolezza che una donna avrebbe potuto fare esattamente le stesse cose di un uomo, che nacque il personaggio emblematico di “Rosie the Riveter”, la quale gridò al mondo intero che anche le donne potevano essere “forti”. Forti nell’assemblare motori, forti nell’occuparsi della manutenzione dei velivoli, capaci di gestire delicate informazioni internazionali e persino di pilotare aerei. Senza contare la forza incredibile di quelle donne che scelsero di restare a casa ad attendere con fiducia che i loro mariti, fidanzati e fratelli facessero ritorno.
Insomma, “non tutto il male vien per nuocere”, ed è davvero sorprendente rendersi conto di ciò. Magari certi obiettivi si sarebbero raggiunti lo stesso, forse in un lasso di tempo più esteso, ma probabilmente a lungo andare una catastrofe mondiale non avrebbe potuto essere evitata comunque.
Da qualunque punto di vista la si voglia guardare, il delicatissimo equilibro della storia dell’umanità si divide sempre sulle due facce di una stessa medaglia. Crescita e ammodernamento, o egoismo e distruzione? Cosa ci rappresenta davvero?
Machiavelli diceva che il fine giustifica i mezzi, ma quand’è che ci renderemo conto di aver raggiunto la fine? Se le temperature continueranno a salire ancora di un altro grado e mezzo, sicuramente non saremo noi a doverlo decretare.
A ben pensarci, è proprio questo il punto; ciò che siamo noi davvero, quello che rappresentiamo con i nostri problemi, le crisi globali e le guerre passate, presenti e future, non è altro che un delicatissimo equilibrio piazzato su un granello di sabbia nel bel mezzo dell’universo. Sta a noi dare un senso a tutto quanto ed evitare che gli errori del passato, per quanto possano aver giovato alcuni aspetti della nostra vita nel presente, vengano ripetuti. Dobbiamo comprenderli, accettarli e tenerli sempre bene a mente: dobbiamo combattere ogni giorno per questo mondo, sì, ma con la cultura. 

di Vanna Costanzo



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Cosa ne pensate di questo argomento? La storia della seconda guerra mondiale vi affascina? Mi raccomando, non perdetevi le prossime tappe che riguarderanno argomenti molto interessanti! 
A presto, 
Leen

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