Review Party | "Il volo dei cuori sospesi" di Elvia Grazi


Ciao lettori e buon venerdì! 
Oggi vi propongo il mio pensiero su Il volo dei cuori sospesi di Elvia Grazi, uscito da poco per la Garzanti. 


Il volo dei cuori sospesi 
di Elvia Grazi
Garzanti
€ 9,99 (ebook) € 17,60 (cartaceo)
Uscito il 6 settembre 2018
Le gemelle Ariele e Rebecca, di origine ebraica, non potrebbero essere più diverse. La prima, occhi così limpidi che ci si può vedere attraverso, è timida e schiva; la seconda, penetranti occhi verdi, è una ribelle pronta a sfidare tutto e tutti pur di non subire la vita. Ma Ariele possiede un talento che Rebecca non ha: fa sogni premonitori. Una fortuna e una condanna, perché spesso le cose che vede accadono senza che lei possa impedirlo. A nulla, infatti, servono quei sogni quando l’odio nazista si riversa sul paese in cui hanno trovato riparo. Così, la loro madre Giuditta si trova costretta a prendere una decisione cui nessuno dovrebbe essere chiamato: può salvare solo una delle figlie. E sceglie di salvare Ariele, affidandola alle cure di un’amica, e di portare con sé ad Auschwitz Rebecca, convinta che il suo carattere forte potrà salvarla. Una decisione che lascia un segno indelebile nella storia di tutta la famiglia. Negli anni a venire, Rebecca, che sopravvive all’orrore dei campi, chiude il suo cuore al mondo e decide che a nessuno sarà più permesso di calpestarlo. Al contrario, Ariele cerca di non sprecare l’occasione che le è stata offerta. Accoglie l’amore che le viene dato e se ne fa portavoce nella vita di tutti giorni. Senza mai tirarsi indietro. Anche quando Rebecca, con la quale non è più riuscita a ricostruire un rapporto, bussa alla sua porta e le chiede di occuparsi di una figlia, la sua, che non riesce nemmeno ad abbracciare, una bimba cui ha voluto dare un nome che racconta tutta una storia: Catena. Talvolta i ricordi sono come sassi che possono trascinarci a fondo, bloccando in un freddo, sincopato respiro gli ingranaggi del cuore.

È il peggior affronto: far credere, a chi ha guardato l'inferno negli occhi, che basta voltare pagina per ricominciare a vivere.

Il volo dei cuori sospesi rientra in quella tipologia di storie che non solo emozionano, con un bel carico di drammaticità e tragedia, ma ricordano  e insegnano. 
Ci troviamo nell'Italia fascista del 1943. In seguito alla morte del marito e all'emanazione delle leggi razziali, Giuditta si ritrova costretta a fuggire da casa e rifugiarsi in un paesino sperduto, nella speranza di salvare la vita delle sue due bambine. Ariele e Rebecca, due gemelle tanto simili fisicamente quando differenti caratterialmente, hanno scoperto fin troppo presto quanto la vita possa rivelarsi ingiusta. Ma se la prima, dall'animo fragile e pacato, con un grande e spaventoso dono, cresce nel terrore verso il mondo circostante; Rebecca diviene una ragazzina con un forte temperamento, ribelle e senza alcuna paura. Si equilibrano a vicenda e come due sorelle si aiutano e supportano ed è per questa ragione che Giuditta non è spaventata dall'idea di lasciarle uscire di casa, giocare e conoscere nuove persone perché sa che saranno al sicuro finché staranno assieme. 
Tuttavia un giorno Giuditta, tramite il suo lavoro di stria, scopre che qualcuno li ha denunciati al governo e che stanno venendo a prenderle per portarle nei campi di concentramento. Senza pensarci nemmeno un minuto, prende l'indispensabile e fugge nuovamente. Ora non ci sono solo i nazisti che le vogliono morte, ma c'è anche qualcuno che è disposto a tutto pur di portare a compimento una vendetta. Purtroppo però la fuga avrà breve durata e Giuditta viene messa davanti ad una scelta: poter salvare una delle sue bambine. 

Italia, 1993. Ariele e Rebecca sono cresciute e si sono allontanate. Sono anni, oramai, che né si vedono né si parlano, ma non è stata solo la scelta della loro madre a dividerle. Sono anche state le incomprensioni, le invidie e i dolori a portarle a questo puntoÈ stato l'arrendersi, troppo presto, ad un muro di insofferenza e accusa. È stato il non aprirsi e non confrontarsi. È stato il non voler capire ciò che l'altra ha provato e la consapevolezza con cui ha affrontato la vita da quella lontana notte del '43 in poi. È Catena, figlia non voluta di Rebecca e scelta di Ariele, a sancire una divisione netta fra le due. 
Saranno in grado di passare sopra agli ostacoli di cinquant'anni di storia e risanare le ferite prima che sia troppo tardi? 

Le prigioni più brutte sono quelle che ci costruiamo con la mente.

Questo è il primo libro di questa autrice che leggo e devo dire che come primo incontro non è andato tanto male. Ci sono alcune cose di questa storia che non mi sono assolutamente piaciute, ma ci sono altre cose che ho apprezzato molto
La prima parte del romanzo è assolutamente quella che preferisco. Mi è piaciuto il modo in cui l'autrice sceglie di parlare di uno dei periodi più neri della storia mondiale, alternando i vari punti di vista che rendono il tutto più reale. La seconda parte, invece, non mi ha preso per nulla e sinceramente ne avrei anche fatto a meno. Si poteva parlare ugualmente del presente/futuro senza allungare così tanto il libro e inserire tutte quelle serie di sfortune. Sembra che questa famiglia abbia il malocchio. Altra cosa che non mi è piaciuta assolutamente sono le protagoniste nel 1993. Avessi potuto, le avrei prese a schiaffi tutte quante perché davvero sembrava di avere a che fare con delle bambine. 
Concludo questo mio pensiero un po' strano, il perché lo capirete subito, dicendovi che il libro comunque merita. Sì, ho appena finito di elencare i suoi difetti e, sì, è vero, che l'ho criticato e se potessi continuerei a farlo perché ci sono altre cose che non mi sono piaciute, cose che non posso dire, ma è ben scritto e la storia (la prima parte, sì) è veramente bella ed emozionante e ti fa ridere, piangere e arrabbiare. E poi i gusti sono belli perché sono vari quindi, mi raccomando!, passate a leggere il parere delle altre ragazze. 

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Cosa ne pensate della mia recensione? Avete letto altro di questa autrice?
Fatemi sapere,
Leen

2 commenti

  1. Anch'io ho adorato la prima parte del libro è quella costruita meglio e mi ha fatto commuovere ed emozionare tantissimo. La scelta di Giuditta poi... mamma mia poverina!

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