Recensione | "Magic" di V.E. Schwab

Buon pomeriggio, lettori! Oggi vi parlo di Magic di V.E. Schwab, un libro che ho letto lo scorso anno e di cui non avevo ancora pubblicato una recensione.
Rimedio ora principalmente per due ragioni: (1) fra un mese uscirà il seguito ed il blog parteciperà ad un'iniziativa per la sua promozione e (2) sto sfoltendo le innumerevoli bozze e decidendo quali articoli sono ancora degni di essere pubblicati e quali dovrebbero essere cancellati. 



Magic (Shades of Magic, #1)
di V.E. Schwab
Newton Compton
€ 2,99 (ebook) € 10,00 (cartaceo)
Uscito il 12 ottobre 2017
Kell è uno degli ultimi maghi rimasti della specie degli Antari ed è capace di viaggiare tra universi paralleli e diverse versioni della stessa città: Londra. Ci sono infatti la Rossa, la Bianca, la Grigia e la Nera, dove accadono cose diverse in epoche differenti. Kell è cresciuto ad Arnes, nella Londra Rossa, e ufficialmente è un ambasciatore al servizio dell’Impero Maresh, in viaggio alla corte di Giorgio III nella Londra Bianca, la più noiosa delle versioni di Londra, quella senza alcuna magia. Kell in verità è un fuorilegge: aiuta illegalmente le persone a vedere anche solo piccoli scorci di realtà che non potrebbero mai vedere. Si tratta di un hobby molto rischioso, però, e adesso Kell comincia a rendersene conto. Dopo un’operazione di trasporto illegale andata storta, Kell fugge nella Londra Grigia e si imbatte in Delilah, una strana ragazza che prima lo deruba, poi lo salva da un nemico mortale e infine lo costringe a seguirla in una nuova avventura. Ma la magia è un gioco pericoloso e se si vuole continuare a giocare prima di tutto bisogna imparare a rimanere vivi…


«Preferirei morire mentre vivo un’avventura che vivere restando immobile»

In un tempo lontano, in cui la magia regnava sovrana e tutti potevano respirarla e viverla, esistevano delle porte che permettevano di viaggiare liberamente fra i mondi. Questo accadeva finché gli abitanti di Londra Nera, avidi di potere e conoscenza, sono rimasti corrotti dalla loro stessa magia e i monarchi delle altre tre capitali londinesi hanno deciso di recidere i collegamenti per salvaguardare il loro popolo. Da quel momento sono passati secoli e ora solo gli Antari hanno abbastanza potere per viaggiare. 
Kell, il protagonista del romanzo, è uno degli ultimi Antari rimasti ancora in vita ed è un ambasciatore presso la famiglia reale della Londra Rossa. Il suo principale compito è quello di consegnare la corrispondenza fra i monarchi delle tre città, ma questa mansione ha iniziato a stargli un po' stretta e di tanto in tanto trasporta oggetti di poco valore da una Londra all'altra. Una passione in cui eccelle e che è tanto retributiva e gratificante quanto illegale. Sarà proprio durante il suo ultimo contrabbando che Kell si ritroverà inconsciamente possessore di una strana pietra dalle funzionalità pericolose, inseguito da qualcuno che ha l'ordine di ucciderlo e alleato con una strana ragazza che ha il sogno di diventare un pirata. 


La magia era una cosa viva – lo sapevano tutti – ma per Kell rappresentava qualcosa di più, era come un’amica, come la famiglia. Dopotutto, era parte di lui (molto più di quanto non fosse parte di molti) e Kell aveva la netta sensazione che sapesse cosa stava dicendo e sentendo, non solo quando la suscitava, ma sempre, in ogni battito del suo cuore e in ogni respiro.

La Schwab ha fatto colpo un'altra volta. Sapevo che Questo canto selvaggio (qui) sarebbe stato solo l'inizio del mio amore nei suoi confronti, ma non credevo di potermi innamorare ancora di più e invece è quello che è successo. 
Ciò che senz'altro mi è piaciuto di più di questo primo romanzo è il world-building creato dall'autrice. Il concetto del multiuniverso è qualcosa che mi affascina da sempre e ogni tanto mi è capitato di pensare che vita potrebbe star trascorrendo un'altra versione di me o che vita io potrei star vivendo se fossi nata e cresciuta in un altro universo. Quindi, pazzia a parte, sono sempre contenta quando mi ritrovo a leggere di universi paralleli. La Schwab ha ben pensato di ambientare la sua opera in un mondo in cui esistono quattro Londra, ognuna di essere definite da un coloro che le caratterizza e diversifica. C'è la Londra Bianca, in cui la magia sta scomparendo e i suoi abitanti sono ridotti alla fame e alla povertà, la Londra Grigia, in cui non vi è più una goccia di magia da tempo, la Londra Rossa, quella più viva e prosperosa e magica, e infine la Londra Nera, dimenticata da tutti e cancellata dai libri. Un altro punto a favore è la struttura del sistema magico. Esistono tre tipi di magia - elementare (usata potenzialmente da chiunque), del sangue (praticata esclusivamente dagli Antari) e oscura (vietata e fondata sul controllo e la sottomissione) - e la cosa figa è che esiste una lingua specifica che deve essere utilizzata per chiamarla a sé, altrimenti la magia non ti risponde. 
I personaggi sono il secondo elemento che mi ha convinto di questo primo volume. Principalmente ce ne vengono presentati tre, ma i personaggi di cui sentiamo parlare o che hanno un ruolo all'interno della storia sono inevitabilmente molti di più. 
Kell è senza ombra di dubbio il mio preferito. Mi ha incantata fin dalla sua prima apparizione, con il suo particolare cappotto, e probabilmente mi sono affezionata così velocemente a lui perché mi fa un sacco di tenerezza. Fin da quando ne ha memoria ha sempre vissuto assieme alla famiglia reale londinese rossa, come fratello adottivo del principe Rhy, non sapendo nulla dei suoi veri genitori o della sua provenienza. Ciò gli ha sempre scatenato dentro tanta solitudine, alimentata dal fatto che non conoscesse nessun altro con le sue stesse capacità e dal sapere di non essere altro che una pedina. Nonostante ciò, Kell farebbe di tutto per proteggere le persone che ama e non si fa alcun scrupolo a minacciare o uccidere una minaccia.
Delilah Bard, detta Lila, è una ladra proveniente da Londra Grigia. Ha fatto delle sue abilità una professione ed è riuscita a sopravvivere senza famiglia grazie alla sua scaltrezza e al carattere forte. Inizialmente non mi convinceva un granché perché ricalcava un po’ troppo i personaggi femminili che ultimamente si vedono tanto nei libri fantasy, e che dovrebbero essere rivoluzionari ma alla fin fine sembrano tutti uguali, però con il passare dei capitoli ha iniziato a starmi sempre più a genio. 
Altro personaggio con un certo spessore è Holland, l’altro Antari esistente. Nato e cresciuto a Londra Bianca, è vincolato ai crudeli fratelli Dane che lo utilizzano per i loro scopi infidi e malvagi. Pur sapendo che Holland era così solo perché controllato mentalmente mi è stato antipatico fino alla fine, ma la mia avversione nei suoi confronti non lo hanno reso meno affascinante ai miei occhi.  
Infine c'è il principe Rhy, un personaggio secondario degno di nota sebbene si sia visto veramente poco. Spero che nel seguito il suo personaggio venga approfondito con un ruolo più centrale. 
Ora passiamo alla parte dolente, ovvero ciò che non mi è piaciuto di questo libro. In realtà sono molto pochi i difetti che ho riscontrato e riguardano in particolare modo la lentezza iniziale della storia, infatti ci ha messo un po' a carburare, e la troppa descrizione. Per carità, io amo lo stile della Schwab e trovo che sia molto bello ed evocativo, ma si è concentrata un po' troppo sulle descrizioni e meno sulle azioni. 
A parte queste piccolezze, Magic è un fantasy intrigante e ben costruito e merita di essere letto e amato. 
.....................................................................................

Cosa ne pensate della mia recensione? Avete letto il romanzo e concordate con me oppure il vostro parere è un altro? 
Fatemi sapere, 
Leen

Nessun commento