Release Party | "Dark Tournament. Vinci o muori" di Elisa S. Amore


Ciao lettori, 
oggi esce il nuovo romanzo di Elisa S. Amore, conosciuta grazie alla sua serie d'esordio Touched. Dark Tournament è il primo volume di una trilogia e racconta le vicende di Drake e Stella, due ex innamorati che si ritrovano all'inferno anni dopo il loro ultimo incontro. 


Dark Tournament. Vinci o muori 
di Elisa S. Amore
Self-publishing
€ 3,99 (ebook)  € 17,76 (cartaceo) 
In uscita oggi, 20 giugno 2018
Da quando è stato scaraventato all’Inferno, Drake si è rassegnato al pensiero che, tra le mura del Castello in cui è prigioniero, per sopravvivere deve sottostare alle leggi della regina, anche se vuol dire combattere ogni giorno nell’Opalion, uno spietato torneo giocato in un’Arena stregata. Le sue feste lussuriose sono un buon incentivo per convincerlo a non fuggire. Ma non sono l’unico. Le mura del Castello non tengono soltanto lui dentro. Tengono tutto il resto fuori.
Quando però Drake viene a sapere che anche la sua fidanzata è stata maledetta e vaga da sola nella Selva Oscura, non ha più dubbi. Per trovarla deve uscire là fuori e scoprire il vero prezzo della sopravvivenza.
Per salvarla dovrà affrontare il più oscuro dei tornei.
Elisa S. Amore è un’autrice di romanzi fantasy e romance. In Italia ha pubblicato con la casa Editrice Nord la saga Touched, composta da quattro volumi, di cui il primo è La carezza del destino. Subito dopo il debutto negli Stati Uniti, Elisa ha scalato le classifiche americane piazzandosi ai primi posti e conquistando migliaia di lettori. Grazie al suo successo, ha lavorato alla produzione dei suoi audiolibri in uno studio di Hollywood con Matt Lanter (Beverly Hills 90210, Timeless, Star Wars), l’attore che l’ha ispirata durante la stesura della saga, nonché con la narratrice di Twilight e Divergent, Emma Galvin.
Vanity Fair l’ha definita ‘uno dei pochi fenomeni del self-publishing italiano.’ Col suo nuovo romanzo, Dark Tournament, Elisa S. Amore torna in Italia con una nuova avventura che vi catapulterà nel cuore dell’Inferno. Un romanzo intenso e divertente che vi lascerà col fiato sospeso fino all’ultima pagina.




Estratto

«Perché mi hai portato qui se non sai più chi sono? Tanto valeva lasciarmi nella grotta insieme a quegli scheletri.» sbottai, ma lei continuò a tacere. Ero arrabbiato e frustrato al tempo stesso, la gioia di averla ritrovata era stata trafitta da una freccia. Mugugnai, toccandomi il torace. Questo sembrò attirare la sua attenzione. Mi guardò per un istante, poi tornò alla sua cena.
«Sai che c’è? Mi concentrerò anch’io sul cibo, qualunque cosa sia.» Con le mani legate addentai un pezzo di carne e scoprii che non era così male. «Perlomeno ha un buon sapore.» mormorai, senza smettere di masticare. «A proposito, Gurdan, dov’è la ragazza? Avete portato via anche lei, no?»
«Ragazza.» ripeté lui, in tono grottesco. «Mangia.»
«Oookay.» cantilenai, aggrottando le sopracciglia. «Devi aver perso qualche rotella.» sussurrai a fil di labbra.
«Ragazza! Mangia!» s’infuriò, sbattendo il pugno.
Si era forse offeso?
«Ehi, ehi! Non ti agitare.» Mi girai verso Stella, che stava sforzandosi di nascondere un sorriso. Quasi mi mancò il respiro. Era così bello vederla sorridere di nuovo. «Si può sapere che ha il tuo amico? Che sta dicendo?»
«Gurdan ha solo risposto alla tua domanda.»
Mi guardai intorno. «Be’, dov’è allora la ragazza? L’avete legata qui da qualche parte?»
«Ce l’hai di fronte.» replicò lei con un ghigno.
Sentii salire un conato di vomito quando capii: la stavamo mangiando. Io la stavo mangiando. Tossii e sputai, disgustato.
«Che ti prende? Non avevi detto che aveva un buon sapore?»
«Certo, prima di sapere che l’avevo conosciuta!»
«Principessa.» mi schernì Stella. Lei era diventata spietata. Era così che doveva essere sopravvissuta. Fece un cenno a Gurdan, che si alzò e si allontanò.
Fissammo il fuoco per qualche istante. Fu Stella a rompere il silenzio: «Da quanto sei qui?»
«Non lo so con certezza. Sono stato al Castello per tutto questo tempo.»
Lei scattò in piedi, in guardia, l’arma puntata verso di me. «Al Castello? Sei uno di loro?»
«Calmati, non sono un alleato delle Streghe. Anche se ho finto di esserlo.»
«Perché sei qui? E come hai fatto a scappare?»
«Degli amici mi hanno aiutato. Quando ho scoperto che eri ancora viva, che eri qua fuori, non ho esitato un attimo. Dovevo trovarti prima che lo facessero le Streghe.»
Il suo viso si rabbuiò. «Io non sono viva.»
«Lo sei per me.» ribattei di getto.
«Non come ricordi tu. Hai visto quello che siamo costretti a fare qui. E quello è niente.»
Fissai i resti della ragazza con cui stavamo banchettando. Stella era un’Anima Dannata, ma per me non faceva alcuna differenza. Aveva dovuto adattarsi. Lei era ancora la mia Stella e avrei fatto in modo che se ne ricordasse.
«Almeno non avete mangiato me.» commentai per spezzare la tensione.
«Non ancora.» Stella rise e io la imitai, mal celando la mia preoccupazione. Quell’orco non mi infondeva molta sicurezza, grosso com’era.
Il silenzio s’intrufolò tra noi con prepotenza e lei mi lanciò una rapida occhiata. «Le ho sognate.»
«Chi?» Aggrottai la fronte. Era chiaro a chi si riferisse, ma glielo domandai lo stesso.
«Le Streghe. Te
Sgranai gli occhi. Mi aveva sognato. Fuggire dal Castello era stato facile. Fin troppo, forse. Dovevo stare in guardia. Avrei voluto saperne di più sul sogno, ma Gurdan fece ritorno e gettò qualcosa ai miei piedi.
«Per principessa.»
Stella rise e io la guardai di traverso. «Non è divertente.» Sollevai l’animale per le zampe, cercando di capire cosa fosse. Sembrava uno scoiattolo col muso di un riccio. «Non vi aspetterete che lo mangi crudo, vero?»
«Ovvio, noi Dissennati mangiamo la carne cruda.» Mi fissò, l’espressione improvvisamente maligna, mentre la tensione intorno a noi cresceva. I Dissennati erano la razza peggiore di Dannati, quelli che avevano perso ogni traccia di umanità. Ne avevo affrontati diversi, combattendo nell’Opalion, e cazzo se erano spietati. Stella scoppiò a ridere. «Rilassati, non sono un fottuto zombie. Non ancora.» Tirò il pugnale con forza e l’animale mi sparì dalle mani, andandosi a infilzare sulla brace. «Oppure puoi metterlo sul fuoco.»
Riabbassai la mano, sconvolto. «Mira perfetta. Ricordami di non litigare mai con te.»
«Kahlena amica Gurdan. Tu litigare lei, io uccidere te.» L’orco addentò un pezzo di carne, squadrandomi con aria minacciosa.
«Scherzavo, amico. Vedi di rilassarti.»
Stella sorrise e poi iniziò a parlare in una strana lingua. Con mia sorpresa, Gurdan le rispose a tono. Sembrava padroneggiare bene quel dialetto. Io invece non avevo capito una parola.
L’omone si alzò e andò ad appoggiarsi al tronco dell’albero.
«Solo perché non conosci una lingua non vuol dire che sei stupido.» disse Stella quando restammo soli.
«Grazie, finalmente un complimento.»
«Non mi riferivo a te. Gurdan conosce il Grimtholk molto bene, ma io gli sto insegnando anche la nostra lingua. È qui da così tanto che l’ha dimenticata.»
«Oh.» Quindi Gurdan forse non era stupido come pensavo. «E il Grimtholk sarebbe?»
«La lingua delle Anime all’Inferno.» Stella si distese su un cumulo di pelli e mi voltò le spalle. «Ora dormi.»
«Stai dicendo che lui se ne starà lì a fissarci tutto il tempo?»
«Lui non dorme molto. Farà il turno di guardia.»
«E chi mi guarda da lui?» replicai con sarcasmo.
«Ci sono cose più importanti di cui dovresti preoccuparti. Fare un bagno, per esempio. Puzzi peggio di un Molock.»
Mi annusai e scoprii che aveva ragione. Il liquido verdognolo dell’orso-pietra mi si era asciugato addosso e il suo tanfo si avvertiva da lontano. L’odore peggiore, però, non proveniva da me, ma dalla ferita. Il morso dello scheletro prudeva e il buco nel petto per la freccia di Stella bruciava ancora. Per non parlare di quello che mi aveva lasciato nel cuore.
Scrollai le spalle, lavarmi era l’ultimo dei miei pensieri.
Piuttosto, mi soffermai a osservare Stella, distesa a pochi passi da me. Neppure nei miei sogni avrei mai immaginato di rincontrarla. Finalmente era così vicina, eppure non l’avevo mai sentita più lontana. Avrei voluto sdraiarmi accanto a lei e stringerla forte. Riempirmi del suo profumo, perdermi nel calore del suo corpo. Invece non ero riuscito nemmeno ad abbracciarla. E faceva male. Mi rigirai tra le dita la piastrina militare che portavo sempre al collo. Non sarei mai dovuto partire volontario per la guerra. L’avevo abbandonata, promettendole che sarei tornato. E avevo finito per perderla. Quel cimelio era destinato a lei, ma quando avevo fatto ritorno per darglielo, era troppo tardi. Lei era sparita.
Presi una delle pelli e la adagiai a terra, sdraiandomi al suo fianco. Forse non potevo abbracciarla, ma almeno era di nuovo lì con me. La fissai, ammaliato dai suoi lineamenti, e capii che non potevo più lasciarla andare. Non mi importava quanto tempo ci avrei messo.
Io l’avrei riconquistata.


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Cosa ne pensate di questa titolo? Avete letto i precedenti volumi e non vedevate l'ora di scoprire cosa fosse successo a Drake?
Fatemi sapere,
Leen

2 commenti

  1. Io non ho letto la serie precedente e volevo leggere questo, ma mi hanno detto che non si può fare xD

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