Esce oggi, dopo due lunghi anni di attesa, il terzo ed ultimo volume della saga Worldwalkers di Josephine Angelini: Il rogo della strega.
Visto che lo sto leggendo in questi giorni - la recensione arriverà lunedì - vi voglio lasciare l'incipit del primo capitolo.. giusto per farvi morire dalla curiosità u.u
Visto che lo sto leggendo in questi giorni - la recensione arriverà lunedì - vi voglio lasciare l'incipit del primo capitolo.. giusto per farvi morire dalla curiosità u.u
Chi ben comincia…
Rubrica creata dal blog Il profumo dei libri.
Ad ogni appuntamento vi proporrò un incipit preso a caso da un libro contenuto nella mia libreria.
Non c'è un giorno fisso per l’appuntamento.
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Lily Proctor non stava sognando, non aveva perso conoscenza, né era saltata in un altro universo per sbaglio. Era viva e, bene o male, aveva il controllo di sé. Non faceva altro che ripetersi queste parole, altrimenti sarebbe crollata. Per tranquillizzarsi, ripercorse i fatti di cui era sicura.
La battaglia contro l’Alveare era l’ultima cosa che ricordava, e aveva avuto luogo negli sconfinati spazi dell’America del Nord. Nella sua versione del mondo corrispondeva alle praterie del Kansas, ma in quell’universo il centro del continente era una zona inesplorata e dominata dall’Alveare, una sottospecie di Ibridi così poco conosciuta da assumere un’aura mitologica.
Lily e i suoi pochi guerrieri erano stati sconfitti: quasi tutti i combattenti che l’avevano seguita nel viaggio verso ovest avevano perso la vita. I pochi sopravvissuti erano stati anestetizzati dall’Alveare e trasportati fino alla costa occidentale, in un campo enorme, fuori dalle mura di una città. Sulla sommità dell’entrata principale campeggiava un’iscrizione: “Benvenuti a Bower City». Quella città non sarebbe dovuta essere lì, e lei lo sapeva bene.
Un’altra cosa che sapeva era che Tristan, il suo Tristan, era morto. Era accaduto durante lo scontro con l’Alveare. Quel pensiero le toglieva le forze, la rendeva incapace di andare avanti o indietro. Fissava le mura della città ripetendosi che Tristan era morto a causa sua.
«Lily?» Si voltò a guardare chi l’avesse chiamata, cercando di riconoscere la voce. In piedi, nel vasto campo di fiori che circondava per chilometri Bower City, c’erano Juliet, Caleb, Breakfast, Una e l’altro Tristan. Loro erano le uniche persone che le erano rimaste. Tutti gli altri l’avevano abbandonata, oppure erano morti durante la traversata del Sentiero delle Lacrime. Persino Rowan l’aveva tradita e poi l’aveva lasciata morire di fame in una gabbia. Il suo Tristan era riuscito a liberarla, l’aveva salvata da Rowan. E adesso era morto.
«Lily?» ripeté l’altro e unico Tristan rimasto.
Aveva i vestiti stracciati, gli occhi lucidi e arrossati. La perdita dell’altro se stesso lo aveva segnato profondamente, ma almeno non se ne aveva avuto colpa. La responsabilità era tutta di Lily.
«Cosa vuoi fare?» domandò mentre lei lo fissava con sguardo vuoto.
Lily cercò di trattenere i singhiozzi nel petto, stretto in una morsa. Non poteva lasciarsi andare, non in quel frangente. Respinse dentro di sé la tristezza che la assaliva, come se stesse ingoiando un boccone amaro e doloroso. Nel tentativo di afferrarsi al momento presente, guardò le api che ronzavano tra i fiori ai suoi piedi. Sentiva un brusio nelle orecchie, ma non era certa se provenisse dall’esterno o dall’interno di sé. Fissava le api domandandosi se fossero vere o facessero parte delle Operaie dell’Alveare. Le Operaie avevano l’aspetto di api normali e questa apparenza inoffensiva le rendeva ancora più inquietanti che se avessero avuto delle sembianze mostruose.
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Prima di iniziare questo libro ho dovuto dare una riletta veloce ai precedenti perché sinceramente mi ero dimenticata la conclusione del secondo!
E voi, vi ricordate proprio tutto quanto? Cosa ne pensate di questo inizio?
Fatemi sapere,
Leen
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