BlogTour | "Il rituale del male" di Jean-Christophe Grangé | Trama & origine del romanzo



Buongiorno, lettori. 
Oggi il blog ospita la seconda tappa dedicata al blog tour de Il rituale del male di Jean-Christophe Grangé, edito Garzanti e uscito lo scorso ottobre. Ringrazio Giulietta per avermi reso partecipe di questa iniziativa che conta 17 tappe, molti argomenti e differenti temi. 


Il rituale del male 
di Jean-Christophe Grangé
Garzanti
€ 11,99 (ebook) € 19,90 (cartaceo)
Amazon | Goodreads
Uscito il 20 ottobre 2016

L’aria è malvagia sull’isola di Sirling, al largo della costa bretone. Un’aria salmastra, appiccicosa, in cui l’odore del mare si mescola alle immagini di un macabro rituale, al ricordo di un uomo, uno spietato serial killer dalla firma inconfondibile. L’Uomo Chiodo, però, ha smesso di colpire da più di quarant’anni. Nel 1971. A Lontano, nel cuore del Congo. Ma i segni di quei terribili omicidi emergono ora dal limbo del tempo in una base militare di fulgida tradizione. Il corpo di un giovane cadetto, dilaniato da un’esplosione, viene ritrovato all’interno di un bunker. I rilievi del medico legale non lasciano dubbi: il corpo è stato trafitto da centinaia di chiodi arrugginiti, gli organi asportati, gli arti orrendamente mutilati. A occuparsi del caso, stranamente, non è la polizia militare, ma la prestigiosa squadra Omicidi di Parigi, guidata dal comandante Erwan Morvan. Erwan è figlio di quel Grégoire Morvan che, proprio a Lontano, aveva messo fine alla scia di sangue dell’Uomo Chiodo, quello che sulle risorse minerarie del Congo ha costruito la propria fortuna e che ora, da una posizione defilata, comanda le leve della polizia francese. E mentre le vittime si moltiplicano e gli indizi si fanno via via più evanescenti, il fantasma dell’Uomo Chiodo torna a braccare i Morvan e a scuotere dalle fondamenta il buon nome di una famiglia in apparenza inattaccabile. Ben presto l’indagine costringe Erwan sulle tracce delle più oscure gesta di suo padre in Africa, trasformandosi in una sfida che oltrepassa le leggi dello spazio e del tempo, in cui nessuno è senza colpa e nessuno conosce la verità. Una corsa sfrenata per salvare chi ama, che condurrà Erwan lontano dalla Francia, nel cuore del Congo oscuro e sanguinoso che ha tenuto a battesimo la sua stessa esistenza.


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Il rituale del male è un romanzo di genere thriller e noir, scritto da uno degli autori più conosciuto del genere e tradotto in trenta differenti lingue.  La storia che viene raccontata in quasi 800 pagine snoda i suoi intrecci fra il presente - una serie di omicidi che sta gettando in crisi il dipartimento di polizia, una corsa contro alla ricerca di risposte - e il passato - in particolar modo un fatto avvenuto quarant'anni prima, nel cuore del Congo
Qual è il collegamento fra i due fatti?
Qual è la chiave per scoprire la verità? E che cos'è il rituale del male?

Ci troviamo a Lontano, nel Katanga, in Congo. Essa è una città (probabilmente frutto dell'immaginazione dell'autore poiché in Internet non si trova nulla) costruita grazie ai guadagni ricavati dalle miniere vicine. Fino al 1965 essa era una città molto popolata dove vivevano e lavoravano belgi e neri, in un clima di pace e prosperità. Tuttavia, fra il 1965 e il 1971, Lontano si è impoverita e la popolazione dimezzata; i belgi tentavano di rimpatriare e i neri non si tenevano lontani. I pochi che erano rimasti non avevano il coraggio di uscire di casa.
Ciò accadde a causa della serie di omicidi che infestò, quasi come se fosse una maledizione, la città. Lontano fu lo scenario di una serie di efferati omicidi da parte dell'Uomo Chiodo, soprannominato così a causa del suo modus operandi.
L'Uomo Chiodo eseguiva una sorta di rituale per uccidere le sue vittime. In primis, commetteva gli omicidi solo durante la stagione delle pioggie, da ottobre a maggio, poiché secondo le sue credenze i monsoni provocavano una concentrazione di spiriti e quindi di pericolo.
Egli utilizzava delle pratiche che si ispiravano ai riti praticati nel Mayombe una regione situata alla foce del Congo. L'Uomo Chiodo trasformava le sue vittime facendole assomigliare il più possibile a dei minkondi, dei feticci di legno che servivono a punire i criminali. Essi venivano creati utilizzando parti del corpo della vittima, chiodi e pezzi di vetro o specchio, e parte del dna di colui che officiava il rito.
Egli uccise una decina di vittime seguendo questo minuziosamente questo rito finché non venne catturato, dopo una lunga caccia all'uomo, da Grégoire Morvan.
Il filo conduttore degli eventi è quindi Lontano. Gli omicidi avvenuti durante gli anni settanta e gli omicidi di oggi seguono lo stesso modus operandi. A compiere gli omicidi è lo stesso uomo oppure un semplice imitatore? E perché sembra così interessato alla famiglia Morvan? Perché colui che sta commettendo gli omicidi oggi sembra voler addossare la colpa a Grégoire Morvan?
A queste domande non posso lasciarvi alcuna risposta però vi ho lasciato parecchi indizi.



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