Buongiorno e buon venerdì, lettori! Come è andata questa settimana? Siete riusciti a riposarvi un pochino oppure avete lavorato? Oggi vi porto la recensione di Le guerriere dal sangue d'oro di Namina Forna, il primo volume di una nuova trilogia fantasy.
Le guerriere dal sangue d’oro segue le vicende di Deka, una giovane che si sta preparando per sottoporsi alla cerimonia del sangue: un rito che determina la purezza di ogni donna. Deka è molto preoccupata, uscire vittoriosa dalla cerimonia significherebbe venire accettata da una comunità che l’ha sempre disprezzata per il suo sangue misto, tuttavia purtroppo per lei le sua paure risulteranno fondate. Il colore del sangue che sgorga dalle sue ferite sarà dorato e questo significa solo una cosa.
In tutto il regno di Otera infatti le ragazze dal sangue d’oro sono considerate demoni, mostri da torturare e uccidere. Solo che Deka scoprirà ben presto che è molto più resistente della maggior parte delle Alaki, per quanto i suoi concittadini cerchino di ucciderla lei torna indietro dalla morte ogni volta. La sua sofferenza sembra avere una fine il giorno in cui una donna si presenta nel sotterraneo dove l'hanno rinchiusa e le propone un patto: continuare ripetutamente a morire finché non scopriranno come ucciderla definitivamente o combattere per 20 anni in nome dell'Imperatore ed ottenere l'assoluzione dal suo marchio di impura.
«Karmoko Thandiwe ha detto che siamo sorelle di sangue, quindi aiutiamoci a vicenda. Se vogliamo sopravvivere ai prossimi vent'anni, dobbiamo farlo insieme, non solo come alleate, ma come amiche. Come una famiglia...» Tendo la mano, ho il cuore in gola. «Sorelle di sangue?»
Quando ho iniziato la lettura di Le guerriere dal sangue d’oro non sapevo bene cosa aspettarmi. Speravo solo che fosse molto differente rispetto a Figli di ossa e sangue perché un romanzo copia ed incolla di quello anche no, grazie.
Ho apprezzato particolarmente il world building costruito dall’autrice, anche se in questo primo volume non è totalmente approfondito. La società di Otera, l’Unico Regno, è in gran parte ispirato dalla terra in cui l’autrice ha vissuto. È un regno in cui sono gli uomini a comandare, le donne non hanno alcun diritto. Non sono libere di uscire di casa se non accompagnate da un uomo, non possono lavorare, sono costrette ad essere sempre coperte e non possono utilizzare lame fino a dopo la cerimonia del sangue. Questo perché, così come dicono le Saggezze Infinite, le scritture delle divinità Oyomo, le ragazze non possono scoprire anzitempo se sono pure oppure no. Altro aspetto molto interessante è determinato dal sistema magico: le Alaki sono le discendenti delle quattro guerriere del sangue, le dee che per secoli hanno disintegrato regni finché l'Unico Regno non le ha fermate e ha inflitto loro la morte definitiva. Così come le loro antenate, le Alaki sono esseri immortali, dotate di enormi poteri e molto difficili da uccidere.
Ciò che purtroppo non sono riuscita a farmi piacere è stata invece la protagonista. Deka rappresenta la tipologia di personaggi femminili che non mi sono mai andati a genio, ma che negli ultimi anni ho iniziato seriamente a disprezzare.
Ha sempre pensato di non essere niente di speciale: non bella (e invece è bellissima), di non avere alcun talento (e invece è molto potente), con un futuro già pianificato davanti (e invece diventerà una guerriera).
In conclusione, Le guerriere dal sangue d’oro lo consiglio molto ad adolescenti che si vogliono approcciare a romanzi fantasy dalle tematiche forti o a chi non ama i libri troppo ‘pesanti’.
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