Segnalazione | "La spia e il guaritore" di Cristina Azzali

Ciao lettori! 
Come state? Come avete trascorso le festività? Spero che sia andato tutto quanto bene, che vi siate abbuffati di tutto ciò che vi piace e che abbiate ricevuto dei bei regali. 
Oggi torno per parlarvi di un libro uscito nel mese di settembre. La spia e il guaritore di Cristina Azzali è il secondo volume della serie fantasy L'eredità della spada iniziata nel 2015. 


La spia e il guaritore (L'eredità della spada, #2)
di Cristina Azzali 
SensoInverso Edizioni 
€ 5,99 (ebook) € 21,00 (cartaceo)
Uscito il 1° settembre 2017
Una notte di tempesta.
Una corsa contro il tempo.
La vita di un cavaliere appesa a un filo.
L'agguato subito dal giovane Arthur si abbatte come un fulmine improvviso sul gruppo dei viandanti, sconvolgendone dinamiche e piani. La missione incombe, ora impossibile da rimandare. Cedere ai sensi di colpa sarà rischioso, poiché ad attenderli c'è un viaggio avventuroso verso l'assolata Vhalesia; qui, Gwinneth e gli altri dovranno stringere nuove, curiose alleanze, muovendosi con cautela nel dominio di un avversario insidioso e potente.
Un gioco fatto di astuzie, sotterfugi e inganni, che potrebbe mutare le sorti dell'intero Continente.


Cristina Azzali è nata nel 1989 e vive a Lazise (VR) con tre gatti: Akira, William Shakespeare e Regan.
Coltiva, fin dalla più tenera età, l'amore per la lettura, al quale, nel corso degli anni, si sono affiancate la passione per la storia del cinema e quella per la scrittura. “L'eredità della spada” è il suo romanzo d'esordio, seguito nel 2017 da “La spia e il guaritore”.

Estratto

La tempesta era tutt’altro che morta. Sebbene tuoni e lampi si fossero trasformati in sommessi brontolii e deboli bagliori di luce, era rimasta la pioggia, che ora scrosciava abbattendosi su di loro come tanti secchi d’acqua svuotati uno dopo l’altro. Rayleigh pensò che quella fosse l’atmosfera più indicata per recarsi ad assistere alla dipartita di un giovane che, in qualche modo, aveva contribuito a far uccidere. Si erano liberati dall’intrico della boscaglia non senza difficoltà; il Paladino aveva scoperto che seguire una pista al buio, sotto la pioggia e, soprattutto, senza una guida non figurava tra i suoi numerosi talenti. Questo li aveva costretti a procedere con una lentezza snervante, fino a quando, lasciatisi finalmente alle spalle il limitare del bosco, egli aveva dato un colpo deciso alle briglie del suo frisone, incitandolo ad accelerare l’andatura. Sfrecciavano, ora, fendendo la pungente cortina di pioggia che li circondava, le ruote che solcavano il suolo fangoso come un aratro, ma Maelin non era ancora soddisfatta. La ragazza si agitava, cercando di mantenere l’equilibrio sul carro traballante, lamentandosi e pregando il guidatore di andare più veloce. Rayleigh cercò allora di spiegarle che, date le condizioni del terreno, un’eccessiva velocità avrebbe rappresentato un rischio non soltanto per Alsto, ma anche per Fensie, che, le briglie legate alla sponda del carretto, tentava di adeguarsi all’andatura del più robusto compagno. Di fronte a una simile risposta, Maelin si mise a sedere, rimproverandolo, con voce avvilita e avvelenata, di preoccuparsi più per due stupidi cavalli che per Arthur. Rayleigh preferì non replicare ed entrambi rimasero in silenzio fino a quando un’ombra scura apparve all’orizzonte, a segnalare il profilo delle mura di Malka.
Malgrado il diluvio, la massiccia sagoma del Paladino non tardò a essere riconosciuta dalla guardia sul camminamento e le porte del villaggio vennero spalancate senza indugi. I due compagni si ritrovarono così nell’ampio spiazzo antistante la sede della guarnigione, animato da un fermento insolito per quell’ora tarda. Mentre Rayleigh fermava il carro al riparo dalle intemperie, Maelin prese a guardarsi intorno, frenetica, e d’un tratto stese un braccio a indicare qualcuno. “Eccola lì!” esclamò, e in un attimo fu a terra con un balzo impacciato. Gwinneth camminava avanti e indietro nel mezzo della corte, a capo scoperto, incurante della pioggia e di tutto ciò che succedeva intorno a lei, come una sentinella a guardia del nulla. Reed, il suo cavallo, se ne stava immobile, poco distante, la testa china a dissetarsi in una delle enormi pozze d’acqua torbida formatesi nel terreno. Entrambi avevano l’aria sfinita, ma la giovane pareva in preda a una profonda angoscia, che la portava a torcersi le mani in maniera convulsa e a borbottare pensieri e congetture a mezza voce. Maelin le si avvicinò correndo, fermandosi a pochi passi. “Dov’è? Dove l’hanno portato?” chiese, il respiro ingrossato non certo dalla fatica.


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Cosa ne pensate di questo libro? Avete già letto il precedente volume e non vedevate l'ora che arrivasse il seguito? 
Fatemi sapere, 
Leen 

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