Ciao lettori,
come state? Come state trascorrendo questa settimana?
Io sono nuovamente bloccata fra i libri universitari in vista della sessione di settembre ed è sinceramente una grandissima rottura di... scatole. Quest'estate l'ho sostanzialmente passata tra i libri ç_ç
Purtroppo tutti i miei buoni propositi per tenere comunque attivo il blog sono sfumati uno ad uno e, infatti, mi sa che lo metterò in pausa fino a che non mi sarò completamente liberata. Mantenendo comunque attivi tutti gli impegni presi precedentemente e la pagina Facebook del blog, in cui vi parlerò piano piano delle prossime uscite.
Oggi, comunque, sono qui per lasciarvi l'incipit del libro che sto leggendo al momento..
Chi ben comincia…
Rubrica creata dal blog Il profumo dei libri.
Ad ogni appuntamento vi proporrò un incipit preso a caso da un libro contenuto nella mia libreria.
Non c'è un giorno fisso per l’appuntamento.
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❝“Ah! Non ci credo che ti chiami davvero Cameo Pink!”. Sì, erano in molti a dirmelo, ma da quando avevo aperto il mio blog letterario questi commenti erano aumentati a dismisura. Dapprima tutti pensavano che Cameo Pink fosse un nickname, ma quando avevo dichiarato che era il mio nome di battesimo nessuno sembrava crederci. Andiamo… Non è poi così strano. Esistono altre persone che si chiamano Cameo. O almeno è quel che credevo. Cioè, non potevo di certo essere l’unica al mondo ad avere quel nome. Le cose si complicavano quando dovevo presentarmi alle persone dopo una convenevole stretta di mano: “Cameo Pink MacKenzie. Piacere di conoscerti”. Sì. Pink era il mio secondo nome. Cameo Pink è una variante di tonalità del colore rosa e mia madre era un’artista – inguaribile hippy – quindi non potevo pretendere gran cosa nella scelta del nome. Mi ero vergognata persino di scriverlo sul campanello di casa e così avevo lasciato la targhetta in bianco.
Cosa poteva fare nella vita una con un nome così? L’avvocato?
L’agente di borsa? La dirigente di banca? L’architetto? La poliziotta?
No. La disoccupata, da quando mi avevano licenziato per il ridimensionamento dell’organico in una grande catena di abbigliamento e cosmetici di Londra nella quale avevo lavorato solo per pochi mesi. Ero una ventiseienne disoccupata, laureata in Letteratura comparata conseguita con il massimo dei voti all’Università della California, grazie a mio padre che mi aveva obbligata a studiare a Los Angeles, città dove i miei si erano conosciuti, sposati e avevano deciso di vivere fin quando mia madre non era tornata a Londra e aveva rovinato tutto.❞
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Cosa ne pensate di questo inizio? Avete già letto questo libro o qualche altro titolo di Tania?
Fatemi sapere,
Leen
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