Voce del mare
Un tempo, quando era ancora umana, Simi pregava gli dèi. Ora che è una sirena, una Mami Wata, è al loro servizio, anche se non riesce a rinunciare ai ricordi della sua vita precedente. Il suo compito, come quello delle sue sei sorelle, è di cercare e raccogliere le anime degli uomini e delle donne gettati in mare dalle imbarcazioni cariche di schiavi dirette al Nuovo Mondo; e, dopo averle onorate, fare in modo che possano tornare, benedette, alla loro terra d'origine. Ma un giorno, quando da una di quelle navi viene buttato in acqua un ragazzo ancora in vita, avviene l'impensabile. Simi decide di portarlo in salvo, contravvenendo così a una delle più antiche e inviolabili disposizioni divine. Per fare ammenda, sarà costretta a recarsi al cospetto di Olodumare, il Creatore Supremo, ma per poterlo incontrare, dovrà prima affrontare un viaggio pieno di ostacoli, nel corso del quale incontrerà terre ricche di insidie e creature leggendarie e si ritroverà ancora una volta a sfidare gli dèi, mettendo a rischio non solo il destino di tutte le Mami Wata ma anche quello del mondo così come lo ha conosciuto fino ad allora.
Simidele. Ascoltami. So che sistemerai le cose. Ciò che è fatto è fatto. Non possiamo cambiare il passato, solo imparare da esso. Quello che succederà dopo dipende da te.
Voce del mare è stato un romanzo diverso da quella che mi aspettavo, ma non è per questo che non mi ha fatto impazzire. Complice la brevità del romanzo, la storia si svolge troppo velocemente per i miei gusti. Un attimo prima sei con Simi a cercare di riafferrare i ricordi perduti, l’attimo dopo ti trovi in viaggio con lo sconosciuto che hai salvato dal mare. Tutta questa rapidità non mi ha fatto essere coinvolta il giusto dagli eventi. In particolare perché poi, circa a metà del libro, la storia sembra avere una frenata e la narrazione torna ad essere lenta come nel primo capitolo. Insomma, un ritmo che personalmente non apprezzo.
Sono riuscita però molto bene ad apprezzare il worldbuilding, la mescolanza tra storia e fantasia, con quel pizzico di mitologia africana degli Orisha che non guasta mai. Sono veramente contenta che in Italia ci siano sempre più romanzi fantasy incentrati su mitologie “lontane” da noi.
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