Recensione | "L'orso e l'usignolo" di Katherine Arden

Buon pomeriggio, lettori! Quest'oggi vi parlo finalmente di uno dei titoli migliori di questo 2019: L'orso e l'usignolo di Katherine Arden. Che ci crediate oppure no, ho questa recensione nelle bozze da fine aprile. Non mi ha mai convinta del tutto e quindi ogni tanto la aprivo, la rileggevo, la correggevoe poi la richiudevo. Fino ad oggi. Oggi ho deciso di rileggerla e pubblicarla perché sono trascorsi quasi due mesi e non potevo più continuare a farle prendere la polvere virtuale nelle bozze del blog. 


L’orso e l’usignolo (La notte dell'inverno, #1) 
di Katherine Arden
Fanucci
€ 4,99 (ebook) € 18,00 (cartaceo)
Uscito il 3 aprile 2019
In uno sperduto villaggio ai confini della tundra russa, l’inverno dura la maggior parte dell’anno e i cumuli di neve crescono più alti delle case. Ma a Vasilisa e ai suoi fratelli Kolja e Alëša tutto questo piace, perché adorano stare riuniti accanto al fuoco ascoltando le fiabe della balia Dunja. Vasja ama soprattutto la storia del re dell’inverno, il demone dagli occhi blu che tutti temono ma che a lei non fa alcuna paura. Vasilisa, infatti, non è una bambina come le altre, può “vedere” e comunicare con gli spiriti della casa e della natura. Il suo, però, è un dono pericoloso che si guarda bene dal rivelare, finché la sua matrigna e un prete da poco giunto nel villaggio, proibendo i culti tradizionali, compromettono gli equilibri dell’intera comunità: le colture non danno più frutti, il freddo si fa insopportabile, le persone vengono attaccate da strane creature e la vita di tutti è in pericolo. Vasilisa è l’unica che può salvare il villaggio dal Male, ma per farlo deve entrare nel mondo degli antichi racconti, inoltrarsi nel bosco e affrontare la più grande minaccia di sempre: l’Orso, lo spaventoso dio che si nutre della paura degli uomini.

Ai confini della selvaggia tundra russa vive la famiglia Vladimirovič, composta dal padre Petr e dai suoi numerosi figli. L'ultima arrivata, Vasilia, è una bambina molto speciale che ha la grande capacità, ereditata dalla nonna materna, di vedere tutte le creature  appartenenti alle leggende della sua terra. Nonostante sia l'unica ad avere la certezza che essi esistano, Vasja non è la sola a credere nella loro presenza. Infatti gli abitanti della Russia sono cresciuti con le storie dei temuti e malvagi demoni dagli occhi blu e per questo hanno venerato per secoli, generazione dopo generazione, gli spiritelli della natura e del focolare, lasciando loro offerte sostanziose in cambio di protezione. Il pericolo si fa in agguato con l'arrivo di Anna, la nuova moglie del padre Petr, e del giovane prete Konstantin che vieterà di continuare a onorare le vecchie tradizioni. Ben presto Vasya sarà la sola prendersi cura dei piccoli demoni, con la convinzione che loro così continueranno a proteggere il villaggio ed i suoi abitanti dal terribile e leggendario Orso. Tuttavia, la ragazza non sa che Morozko, il dio della morte e dell’inverno, si è interessato a lei e che la sua permanenza al villaggio è sempre più breve. 


«Preferirei morire domani nella foresta piuttosto che vivere per cento anni una vita che è stata scelta al posto mio.»

Devo confessarvi che finché non è uscita la notizia della sua imminente pubblicazione italiana, io questo libro non avevo assolutamente intenzione di leggerlo. Sia perché sapevo che sarebbe stato difficoltoso leggerlo in lingua originale sia perché temevo che sarebbe stata una grande delusione e non avevo alcuna intenzione di farmi deludere da una storia che ha al suo interno due elementi che mi piacciono molto: la Russia e il folclore slavo. 
A farmi capitolare è stata però la cover scelta per l'edizione italiana e la scoperta che questo titolo si può leggere anche come auto conclusivo, grazie all'epilogo che chiude il primo ciclo della storia di Vasja. Poi, comunque, come accade la maggior parte delle volte, la mia paura era infondata perché alla fine la storia creata dalla Arden è una che lascia il segno.
Devo riconoscere che mi è molto difficile parlare di tutto ciò che mi è piaciuto di questo libro senza fare un elenco, ma L'orso e l'usignolo ha diversi punti di forza e non è possibile non citarli tutti. 
L'ambientazione è semplicemente meravigliosa. Si vive e si respira magia ad ogni pagina e, complice lo stile molto descrittivo dell'autrice, sembra di viverla sulla propria pelle. Così come il lungo e gelido inverno russo mentre si assiste alla crescita di Vasya e alle sue scorribande giornaliere. Molto bella è anche stata la scelta da parte dell'autrice di dividere la storia in tre parti, ognuna che racconta una fetta della vita di Vasilia Vladimirovič e  sono quindi tutte molto importanti per capire chi la ragazza è. La prima parte è quella introduttiva e più lenta e permette di conoscere tutti i membri della famiglia Vladimirovič, la seconda segue la consapevolezza di Vasya di essere diversa ed i suoi contrasti con la matrigna ed infine, la terza parte, è quella dove tutti i fili finalmente si uniscono e l'Orso fa la sua comparsa. Sinceramente mi sarebbe piaciuto se questa ultima parte fosse stata un po' più lunga ma capisco anche che la storia di Katherine Arden è un po' come una fiaba, che si deve scoprire pian piano per poterla comprendere al meglio. 
Un altro punto che ho davvero apprezzato è stata la scelta di introdurre il contrasto fra la fede cristiana e le credenze popolari, con l'esito noto dello sradicamento delle tradizioni. All'interno del libro, questo scontro viene rappresentato dal difficile rapporto fra Konstantin e Vasilia. Da una parte c'è un prete con la convinzione di sapere ogni cosa che è stato chiamato al villaggio per salvare la sua popolazione dal peccato e dall'altra c'è una ragazza che parla con gli spiritelli e non comprende cosa ci sia di sbagliato in ciò che è in grado di fare. E appena la vede, Konstantin capisce che la sua vera missione è redimere la ragazzina e riportarla sulla retta vita; scatenando così complicazioni inaspettate. Ammetto che loro due sono anche i personaggi che mi sono piaciuti di più dei numerosi che popolano questa storia proprio a causa del loro essere sempre in continuo conflitto. Vasya è selvaggia e anticonformista mentre Konstantin è ligio alle regole e convinto che le sue verità siano universali. Lui desidera imbrigliare la personalità della ragazza, rendendola docile e malleabile, e assoggettarla a sé. Vasilia, invece, vorrebbe che il prete smettesse i panni rigidi che si è auto imposto e provasse un po' a comprendere le diversità che gli stanno attorno. Altri personaggi degni di nota sono il padre Petr e la balia Dunja che hanno sempre cercato di fare il bene di Vasya, qualche volta anche rendendola infelice e nascondendole fatti importanti; il fratello Alëša, molto protettivo nei confronti della sorellina e suo gran sostenitore e la matrigna Anna che è convinta di essere pazza da tutta la vita e quando scopre che anche la sua figliastra vede le stesse cose, anziché cercare di capire il diverso lo prova ad annientare. Infine c'è Nonno Gelo, ovvero Morozko, di cui si sa davvero poco e quindi spero di sentire ancora parlare di lui nel prossimo libro. 

Magia e mistero sono gli ingredienti di questa storia che lo stile ammaliante e curato dell’autrice rendono perfetta. Un primo volume molto introduttivo, ma che rende l'esatta misura di quanto la trilogia sia vincente fin dal suo principio. 

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Cosa ne pensate della mia recensione? Avete letto il romanzo e siete d'accordo con me? 
Fatemi sapere, 
Leen 

2 commenti

  1. Quanto sono felice che ti sia piaciuto 😍😍 comunque io ho un po' shippato Konstantin e Vasja XD

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    1. Ah! Bene, sarai contenta di sapere di non essere la sola ahah

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