Ciao lettori! Oggi torno da voi con la recensione de La lingua delle spine di Leigh Bardugo, una raccolta di racconti ambientate nel Grishaverse che esce oggi in tutte le librerie.
La lingua delle spine
di Leigh Bardugo
Mondadori
€ 9,99 (ebook) € 18,90 (cartaceo)
In uscita oggi, 21 novembre 2023
Un mondo di oscuri affari stipulati al chiaro di luna, città infestate da spiriti, foreste inquietanti e bestie parlanti. Qui la voce di una giovane sirena può evocare tempeste mortali e un fiume può eseguire gli ordini di un ragazzo innamorato, ma solo a un prezzo indicibile.
Ispirandosi a miti, folklore e fiabe, Bardugo ha scritto una raccolta di racconti straordinariamente ricchi di atmosfera, pieni di tradimenti, vendette, sacrifici e amore. Perfetti sia che siate suoi nuovi lettori sia che siate fan accaniti, questi racconti vi trasporteranno in terre familiari e misteriose, in una realtà pericolosamente intessuta di magia che milioni di persone hanno conosciuto e amato attraverso i romanzi del GrishaVerse.
La lingua delle spine inizia con Ayama e la foresta di spine, un racconto ambientato a Novyi Zem che segue le vicende di una giovane donna che viene mandata nella foresta a placare la sete di vendetta di una Bestia. Questa storia ricorda vagamente diverse fiabe dei fratelli Grimm - La Bella e La Bestia, Cappuccetto Rosso e Cenerentola - e anche la storia di Sherazade. Questo primo racconto è tra quelli che ho apprezzato di più, nonostante sia rimasta un po' delusa che sia stato tutto molto leggero.
Successivamente si attraversa il Vero Mare per arrivare a Ravka con La volpe troppo astuta, La strega di Duva e Piccola Lama. La prima è una favola che ha per protagonista una giovane volpe, Koja, che usa la sua intelligenza per uscire da situazioni difficili. Il secondo racconto è invece ispirato ad Hansel e Gretel, ma in questa versione molto più dark e macabra sono le donne a sparire e la protagonista deve scoprire il perché. La terza storia racconta di una competizione per ottenere la mano di una fanciulla ed è quella che ho apprezzato meno.
Successivamente approdiamo a Kerch con Il principe soldato, un racconto che richiama le fiabe di Pinocchio e dello Schiaccianoci, dove un Fabrikator dà vita ad un giocattolo. Per concludere il viaggio con Quando l’acqua cantò fuoco, ambientato nella fredda Fjerda e incentrato sulla rivisitazione de La Sirenetta. Sarà perché è da sempre una delle mie storie preferite, ma quest’ultimo racconto è stata una conclusione perfetta.Non sempre riceve un fato avverso chi lo meriterebbe.
Quando ho iniziato a leggere La lingua delle spine non sapevo bene cosa aspettarmi. In parte speravo che la Bardugo avrebbe inserito qualche elemento della saga principale - e no, il piccolo accenno non è stato abbastanza - ma nonostante ciò sono ugualmente riuscita ad apprezzare questa raccolta. Le varie illustrazioni che decorano il romanzo sono veramente bellissime e sicuramente rappresentano un motivo valido per acquistare una copia cartacea.
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