Buongiorno lettori! Come vi ho anticipato la scorsa settimana, oggi arrivo con la recensione di La repubblica del drago di R.F. Kuang. Siete curiosi di sapere il mio verdetto finale?
La repubblica del drago (The Poppy War, #2)
di R.F. Kuang
Mondadori
€ 12,90 (ebook) € 24,00 (cartaceo)
Amazon | Goodreads
Uscito il 25 maggio 2021
Già tre volte nella sua storia il Nikan ha dovuto combattere per sopravvivere alle sanguinarie Guerre dei papaveri. Il terzo conflitto si è appena spento, ma Rin, guerriera e sciamana, non può dimenticare le atrocità che ha dovuto commettere per salvare il suo popolo. E ora sta scappando, nel tentativo di sfuggire alla dipendenza dall'oppio e agli ordini omicidi della spietata Fenice, la divinità che le ha donato i suoi straordinari poteri. Solo un desiderio la spinge a vivere: non vuole morire prima di essersi vendicata dell'Imperatrice, che ha tradito la sua patria vendendola ai nemici. E l'unico modo per farlo è allearsi con il signore di Lóng, discendente dell'ultimo Imperatore Drago, che vuole conquistare il Nikan, deporre l'Imperatrice e instaurare una repubblica. Né l'Imperatrice, né il signore di Lóng, però, sono ciò che sembrano. E più Rin va avanti, più si rende conto che per amore del Nikan dovrà usare ancora una volta il potere letale della Fenice. Non c'è niente che Rin non sia disposta a sacrificare per salvare il suo paese, e ottenere la sua vendetta. Così si getta di nuovo nella lotta. Perché in fondo lottare è ciò che sa fare meglio.
La repubblica del drago riprende a raccontare la storia dalla conclusione del precedente libro: la terza guerra dei papaveri si è conclusa con la vittoria dell’Impero del Nikan ma è davvero così? Dopo aver risvegliato la Fenice dentro di sé, distruggendo il Mughen e mettendo fine alla guerra, ora Rin deve le conseguenze delle sue azioni. E non è assolutamente pronta.
Vorrebbe annegare nella sua dipendenza dall'oppio, unico modo in cui può ritornare padrona della sua testa, ma non può farlo perché deve prima vendicarsi dell’Imperatrice Daji. La strada per attuare la sua vendetta tuttavia è tutta in salita perché l’Imperatrice è una potente sciamana e non è facile avvicinarla. La possibilità di farlo le arriverà da una persona inaspettata - il signore della guerra di Lóng, il padre di Nezha - che vuole deporre l’Impero per proclamare una Repubblica.
Vi avviso fin da ora che non so come riuscirò a scrivere questa recensione perché sto tuttora combattendo contro i postumi dati dal finale, ma ci proverò perché voi avete bisogno di sapere quanto valga la trilogia della Kuang. Vi giuro che sono sempre più meravigliata da quello che è in grado di fare questa donna e ho sinceramente il timore che i suoi altri romanzi non reggeranno mai il confronto.
Detto ciò, leggere la prima parte di La repubblica del drago non è stato affatto facile perché è abbastanza noiosa. Non succede praticamente nulla, se non Rin che combatte (male) contro la sua dipendenza ed i litigi dei Cike, però poi entra in scena un certo personaggio e tutto cambia. Inizia ad esserci un po’ di movimento, un bel po’ più di azione, ed io ho iniziato ad appassionarmi davvero a questa seconda parte della storia. Parte noiosa a parte, La repubblica del drago non soffre della “maledizione da secondo volume” che ogni tanto colpisce le trilogie ma anzi si dimostra migliore del primo volume sotto tantissimi elementi.
Un aspetto che ho super apprezzato anche in questo seguito è il magistrale world building che l’autrice ha creato ed il modo in cui è riuscita ad intessere la storia della Cina, in particolare la guerra civile, con il fantastico. La Kuang non si risparmia con i dettagli e questo secondo volume è intriso di dolore, rabbia e morte. In questo libro, oltre alla parte storica, l'autrice si concentra sull'approfondire lo sciamanesimo nikariano, la religione esperiana ed il conflitto fra Creatore e Divinità del Caos.
Altro aspetto che ho super apprezzato riguardano i personaggi. Nel primo romanzo avevo avuto non pochi problemi con Rin dopo la sua entrata nei Cike ma in questo seguito sono tornata ad apprezzarla. È un personaggio “moralmente grigio”, con tanta oscurità dentro di sé, che vuole vendetta per i suoi amici e semplicemente del resto non le interessa. È una persona dal carattere molto forte, che non ha alcuna intenzione di lasciarsi sopraffare dal senso di colpa e dal trauma. Le famiglie che ha distrutto e le vite che ha spezzato quando ha commesso il genocidio che ha messo fine alla guerra sono qualcosa che intende lasciare fuori dalla sua testa.
Fra i personaggi secondari che ho apprezzato di più rientrano sicuramente Kitay e Nezha. Kitay è l’unico personaggio davvero buono di questa storia, non c’è alcun dubbio, e ho apprezzato tantissimo come continui ad essere semplicemente se stesso (un accademico, uno stratega) nel bel mezzo di una nuova guerra. La sua amicizia con Rin è qualcosa di davvero prezioso e sono stata immensamente felice quando ha smesso di essere arrabbiato con lei. Nezha invece è stato una vera sorpresa! Non ha totalmente dismesso i panni del piccolo stronzo del primo volume e questo probabilmente me lo ha fatto adorare ancora di più. Il colpo di scena che lo riguarda mi ha sorpresa tantissimo, non lo avevo assolutamente visto arrivare (il secondo purtroppo sì). Ciò che gli è successo, e quello che fa in seguito, dice tanto del suo personaggio e della battaglia che deve affrontare dentro di sé. Ovviamente, pur sapendo che in questa saga non c’è spazio per l’amore romantico, la voglia di vederlo assieme a Rin è stata davvero molto forte.
In conclusione, non vedo l'ora di leggere il volume finale e di scoprire cosa accadrà a Rin e alle sorti di Nikan.
concordo praticamente su tutto (tranne le parti noiose... più che altro leggendo in inglese andavo lenta come una lumaca, quindi non le ho notate ahahah)! Non vedo l'ora di rileggerlo in italiano T_T
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